“Infortunio”, “sovraccarico”, “dolore”, “intervento chirurgico”, “lunghi tempi di recupero” sono parole che nessuno triatleta vorrebbe pronunciare. Ma in tutti gli sport di endurance, e in particolare nelle distanze “medie e lunghe”, i carichi di allenamento possono determinare la comparsa di varie problematiche. I grandi volumi all’inizio della preparazione e una progressiva sterzata verso l’incremento dell’intensità a ridosso delle gare, mettono a dura prova la tolleranza biomeccanica e fisiologica degli atleti nell’arco di una stagione. Allenarsi duramente oggi, prevede che l’indomani si dovranno gestire le conseguenze di un duro allenamento ancor prima di ottenere dei benefici.
La fisioterapia risulta particolarmente utile in questa situazione di “overtraining,” allorché all’organismo vengono richieste prestazioni vicine o superiori ai limiti della stanchezza, dimostrandosi un supporto indispensabile.
Quindi è fondamentale affiancare sedute di fisioterapia settimanale alla programmazione nelle tabelle di allenamento. Ma cosa vuol dire fisioterapia nel triathlon? Riabilitare un movimento? Effettuare uno scarico muscolare? Effettuare stretching? Certamente….. ma non solo.
GESTIONE DEL RECUPERO
È la parte fondamentale dell’allenamento stesso: l’ottimizzazione nella gestione del recupero come mezzo di costruzione fisiologica e mentale dell’atleta. Con il concetto di recupero si intende il processo tramite il quale il corpo ritorna ad uno stato ottimale per poter affrontare un nuovo allenamento.
Pur rappresentando un tema complesso e ancora in fase di studio le evidenze attuali dimostrano che il recupero efficace è l’elemento chiave della PERFORMANCE. Un mancato recupero o un recupero subottimale, inficia la funzione motoria con conseguenze in termini di dolore, limitazione del range di movimento, limitazione della forza, del controllo motorio. In questo contesto è facile immaginare come sia necessario associare alle tecniche fisioterapiche manuali una fisioterapia di nuova concezione che si avvalga di tecnologie specifiche che possono stimolare il tessuto muscolare e l’organismo in profondità, agendo attraverso tre reazioni principali sull’incremento della perfusione sanguigna e del microcircolo localizzato, sulla saturazione dell’ossigeno nei tessuti e non ultimo sulla gestione del dolore.
METODOLOGIA E INDICAZIONI
Le strumentazioni impiegate principalmente sono la terapia Tecar e la terapia con Onde d’urto associate a tecniche di terapia manuale e consentono di agire selettivamente sulle diverse strutture e tessuti organici.
L’azione combinata delle tecniche fisioterapiche agisce contemporaneamente su varie condizioni come stati di algia, edema e deficit linfatici, stati infiammatori, fasi acute da traumi, lesioni muscolari, tendiniti ecc.;
L’azione antalgica avviene tramite specifica attività contro-irritante sulle terminazioni nervose e la liberazione di endorfine. La biostimolazione cellulare stimola il metabolismo cellulare e quindi accelera i processi riparativi del danno fibrillare di muscoli, tendini e altri tessuti connettivi in genere.
Si ottiene in questo modo un’azione mirata sulla riduzione degli spasmi e contratture muscolari, miglioramento del trofismo muscolare, deficit circolatori, ematomi, rigidità articolari, fibrosi tissutali, infiammazioni croniche, tendinosi, fibrolinfedema e lipedema. I trattamenti assistiti con tecnologia strumentale vengono eseguiti manualmente direttamente dall’operatore in maniera comoda, piacevole, sicura, indolore e non invasiva in maniera del tutto personalizzata in base alle problematiche/esigenze/obiettivi/risposte del soggetto trattato.
TEMPESTIVITÀ
Una caratteristica della fisioterapia del terzo millennio però non è solo l’affiancamento di particolari tecnologie all’allenamento, ma anche l’applicazione di una vera e propria filosofia di gestione del recupero.
Si parte dal presupposto che ogni problema fisico venga affrontato subito per essere velocemente risolto. Evitare che un piccolo problema diventi un problema in grado di interrompere la preparazione è fondamentale.
APPLICARE SOLUZIONI RAPIDE E DI PREVENZIONE
Agendo in profondità sui meccanismi fisiologici con tecniche di nuova concezione in grado di garantire rapidità, accuratezza, precisione e sicurezza dei risultati permette di inserire la fisioterapia in una logica di trattamento ma soprattutto di prevenzione.
Mantenere il corpo efficiente vuol dire non incorrere nei più frequenti infortuni da sovraccarico.
Adottare programmi di prevenzione può consentire all’atleta di rispondere meglio ai piani di allenamento ed è per questa ragione che allenatori e preparatori atletici vengono affiancati sempre più spesso da uno staff medico fisioterapico specializzato.
SEDUTE MIRATE DI BREVE DURATA
Tutti i benefici di cui abbiamo parlato fino ad ora sono raggiungibili anche in una seduta intensiva di soli 30 minuti. I lunghi allenamenti e le tante ore settimanali impiegate nella preparazione specifica alla ricerca della performance non lasciano molto tempo per un reset dell’organismo. Tuttavia “ritarare” periodicamente il proprio corpo è altrettanto fondamentale quanto il tempo trascorso durante l’allenamento. In certi momenti addirittura più importante. Per riattivare i naturali meccanismi fisiologici che vengono alterati dall’accumulo di cataboliti e dagli stress legati all’esercizio fisico è sufficiente anche mezz’ora, se invece si vuole eseguire una seduta super intensiva “total body” si possono eseguire anche sessioni di 1 ora e mezza.
In conclusione questa metodologia fisioterapica presenta la peculiarità di sinergizzare positivamente altre tecniche e terapie. L’integrazione col massaggio manuale e tecniche di fisiokinesi, mobilizzazioni articolari, stretching, rende l’azione terapeutica ancora più intensa, profonda, globale e quindi più efficace accorciando i tempi di risoluzione e miglioramento della problematica.